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La bomba dacqua

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    Purtroppo, nelle ultime settimane, l’intera Brianza è stata ferita da una serie di nubifragi, bombe d’acqua, bombe di grandine, bombe carta, cicloni, anti-cicloni, bi-cicloni, tri-cicloni, uragani e tornado. Domenica: me ne stavo, in tutta serenità, a studiare Omero sull’asse del water (vater) e, all’improvviso, ho notato entrare dall’uscio del bagno un’onda anomala. Preso, oramai, in controtempo, ne ho approfittato, come avrebbero fatto i nostri amici extra-comunitari britannici ante Brexit, nel farmi un bidet sdraiato sulle piastrelle del bagno, e, risistematomi, uscito di corsa dal lago di Tiberiade, mi sono trovato davanti a una tragedia immane: acqua che scrosciava dalla tubatura della caldaietta, scatoloni fluttuanti sulla superficie dell’anticamera, e, nella nebbia, la visione incerta di 300 extra-comunitari (siriani, marocchini, sudanesi, due scozzesi e un irlandese) su un gommone. Prendi il mocio Vileda, chiama i vicini, chiama Ambra che – come d’abitudine- di domenica stava al bar a bersi una grappa (mio sms: «Amò, c’è acqua in casa»; risposta: «Non mi fermo a comprarla al Bennet, allora»), caccia a bastonate i due scozzesi, assisti, impotente, allo spettacolo affascinante delle cascate del Niagara in cucina, cerca di spegnere la caldaietta senza morire fulminato (coi piedi bagnati), e, buttando fuori acqua dall’uscio di casa, verifica un curioso fenomeno: essendo costruita in pendenza la rimessa-auto di 45mq dove viviamo, con affitto stratosferico, l’acqua tendeva a defluire, tranquillamente, ai bordi del muro, riversandosi in bagno, senza lambire camera, soggiorno e cucina. Pulito, asciugato, messi giù i cartoni, col sostegno dell’atletico locatore di ottant’anni (che, essendo sordo, continuava a strepitare: «siamo assicurati, siamo assicurati») abbiamo cercato di comprendere i motivi dell’allagamento, onde evitare repetita. Probabili motivi: 1] buco nel tetto cagionato da un chicco di grandine di 60 kg o dall’atterraggio dello Sputnik 2 (con cadavere di cane non identificato); 2] esplosione di un residuato bellico napoleonico sulla grondaia costruita nel 1813; 3] curioso contegno del comignolo, in bronzo, fabbricato con un elmo ahhiyawa dell’età del bronzo che, dissaldatosi e messosi a vorticare al contrario secondo forza centrifuga, ha buttato l’acqua all’interno della casa (e non all’esterno). Il muratore, chiamato immediatamente e arrivato una settimana dopo, ha confermato l’ipotesi 3, e, due settimane dopo, con massima celerità, ha montato sul tetto un comignolo in marmo di Carrara, con lamine d’oro (col locatore che non smetteva di strepitare: «siamo assicurati, siamo assicurati»). Giovedì: all’inizio di un nuovo nubifragio, dotato di due mocio Vileda, due bacinelle, stracci, idrovora da cantiere, fez e moschetto anti-britannico, me ne stavo – secondo istruzioni del famigerato muratore- a osservare, con massima attenzione, il tubo della caldaia. Passano dieci minuti, niente; venti minuti, niente, mezz’ora: abbasso lo sguardo e noto un rivolo d’acqua che, gioioso, attraversa l’anticamera e si immette direttamente nel bagno («effetto pendenza»): saltati tutti i tombini, l’acqua, ristagnata nel cortile, aveva oltrepassato il gradino d’ingresso ed era entrata direttamente dalla porta, invadendo tutte le abitazioni a piano terra. Preso nuovamente alla sprovvista, apro la porta e butto fuori, con una scopa da 50 cm (scopa per nani acquistata, curiosamente, da Ambra), l’acqua dal bagno e dall’anticamera, tampono l’uscio con diversi asciugamani, butto a terra cartoni, tovaglie, assorbenti, e asciugo, tra silenziose bestemmie. Il tubo della caldaia: totalmente asciutto. Ieri – sui maggiori tre siti meteo italiani- davano nuova bomba d’acqua sulla Brianza (spostata a oggi senza nessuna spiegazione). Questa volta ho tutto: costume, materassino matrimoniale, bacinelle e stracci sotto la caldaietta (non si sa mai), cartoni stesi sotto lo zerbino e in anticamera, asciugamani a sigillare ermeticamente l’uscio di casa, pistola di silicone industriale, sacchi di sabbia davanti all’ingresso, tre cavalli di frisia, una mitragliatrice Fiat-Revelli Mod.1914, gatto sonda e cane Labrador da salvataggio, quattro mocio Vileda, idrovora da diga alpina. Il nubifragio delle 11.00 di mattina è sospeso dai siti meteo e rimandato alle 18.00 (con smarrimento cane Labrador in rincorsa dietro a gatto sonda fuggitivo); il nubifragio delle 18.00 è sospeso dai siti meteo e rimandato alle 21.00 (con mia corsa dimagrante, in armatura e colbacco, a temperature centro-africane); il nubifragio delle 21.00 di sera è sospeso dai siti meteo e rimandato alle 02.00 di notte (con scoppio, improvviso, del materassino matrimoniale). La decisione, inoppugnabile, è: se non nubifraga entro le 02.00, spacco tutte le tubature con un martello e allago casa («siamo assicurati»).

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